Lavorare (molto) stanca
- Luca Urgu
- 2 mag 2024
- Tempo di lettura: 3 min
di Luca Urgu
Hanno più motivazioni di altri. Spinti dalla necessità che non lascia scelte. Le bollette, la rata dell’auto o della casa, o ancora l’assegno di mantenimento nel caso di separazione dal coniuge. Sono un piccolo esercito silenzioso, perché non è “terapeutico” raccontare apertamente soprattutto perché alcune mansioni vengono svolte in “nero”.
Ma non c’è scelta. I conti bisogna farli tornare e integrare il reddito principale con altri preziosi introiti diventa fondamentale per andare avanti.
Certo, serve un grande spirito di adattamento e una propensione al sacrificio non comune.
Un impiego non basta mai, occorre fare due o anche tre lavori. Incastrare turni su turni e andare avanti fino a quando ci sono le energie e la forza per farlo. Così accanto alla popolazione dei disoccupati ci sono anche loro. Quelli a cui non bastano le ore della giornata per far fronte ai tanti impegni da onorare. Una maratona che aumenta durante l’estate, tempo di vacanze per molti ma non per tutti.
I loro nomi sono di fantasia non perché abbiano vergogna, anzi sono molto fieri di quello che fanno, e ne hanno tutti i motivi, ma per evitare controlli è meglio tenere il profilo basso.
Filippo, 48 anni, due figli alle elementari, fa il banconista in un supermercato cittadino, ma abita in un paese del circondario. Otto ore al giorno – come da contratto - più gli straordinari. Dismesso il grembiule un salto a casa da moglie e prole e poi almeno tre giorni alla settimana a consegnare pizze a domicilio.
“Le spese sono tante e i soldi ci servono. Lo faccio volentieri e con il sorriso. E non mi lamento. Preferisco fare così che stare al limite e arrivare a fine mese con l’acqua alla gola. Anche mia moglie fa più mansioni. Per noi la strada è una sola: lavorare di più”.
Salvatore invece è cresciuto nell’edilizia, ha conservato una buona manualità. Il suo lavoro ufficiale è un altro: nel portierato, ma lo stipendio non è quello che desidera. Allora il metodo migliore per arrotondare è ricorrere all’antica arte del muratore, mai messa da parte. “Lavoro a giornata e ho il mio giro. Prendo lavori che mi gratificano e mi fanno anche guadagnare. Non è facile ma è questo il percorso obbligato per fronteggiare le tante spese che abbiamo e garantire alla famiglia un buon tenore di vita”.
Gonario lavora nella grande distribuzione come commesso, ma lo sport è sempre stato molto di più di una passione. Giornate in palestra a costruire il fisico hanno avuto le sue ricadute positive anche per integrare il reddito principale. “Durante le estati mi sdoppio per lavorare la notte nei locali, in particolare nelle discoteche della costa nel servizio di sicurezza. Qualcuno dice che lo faccio per potermi permettere qualche svago, ma assicuro non è così. Sono retribuzioni che mi servono per affrontare il quotidiano. Tra affitto, contributo per il mantenimento di una figlia e imprevisti vari che non mancano. I soldi non bastano mai”.
Ci si sdoppia e a volte si triplicano gli impegni lavorativi anche e soprattutto nell’universo femminile. Le storie sono tantissime soprattutto di chi ha la sfortuna di stare nel precariato, finendo dentro fino al collo strozzato da contratti capestro, spesso di soli pochi mesi. “Lavoro in tre case diverse a ore per le pulizie, ma all’occorrenza faccio la cuoca e la cameriera. Non mi lamento, almeno finora. Ma quando accuso un problema fisico ed è capitato non guadagno più un euro”, spiega Alina, 52 anni, da trent’anni in città arrivata dall’Est Europa.

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